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Una settimana prima della discussione della mia tesi di laurea magistrale mi arriva una telefonata.. è una delle agenzie interinali a cui avevo inviato il mio CV per lavorare in Expo.. Mi dicono che il mio profilo era stato selezionato per un colloquio con Slow Food, l’associazione che si batte per un cibo “buono, pulito e giusto” realtà che già conoscevo per via delle mie esperienze al “Salone del gusto” di Torino e delle uscite gastronomiche che mi piace fare di tanto in tanto con i miei amici. Il colloquio è fissato per la mattina successiva alla mia discussione/proclamazione (la prendo subito come buon auspicio!).

Da quel momento in poi nonostante le scremature, l’obiettivo finale sembra sempre più vicino.. Un quarto delle persone convocate a colloquio arrivano al corso di formazione: una settimana di approfondimenti sui temi del “buono, pulito e giusto” della biodiversità, sule norme di comportamento, diritti del lavoratore, haccp, sicurezza, per una manifestazione che neppure gli organizzatori del corso sanno bene come descrivere.. alla fine del corso ancora selezioni.. sono idoneo! Expo diventa realtà!

Ho firmato il contratto per il padiglione Slow Food due giorni prima del primo Maggio, il giorno dell’inaugurazione.. in una Milano che non sapeva ancora che cosa aspettarsi e se sarebbe arrivata puntuale allo scadere del count down..