Davide Mantovani

Portfolio

Autore: Davide (page 2 of 3)

Paolo Carrà visita la mostra “Oryza, i giorni del riso”

Oggi ho avuto il piacere di incontrare ed illustrare il progetto del 50° e la mostra “Oryza, i giorni del riso” a Paolo Carrà, presidente del cda dell’Ente Nazionale Risi.

E’ rimasto molto colpito dal lavoro fatto e mi ha ringraziato soprattutto per la vetrina “banca del germoplasma” in cui ho esposto il riso che il centro ricerche sul riso mi ha inviato da Pavia e ho raccontato la mission dell’Ente Nazionale Risi.

Nella foto in mezzo, Gianmaria Melotti membro del consiglio di amministrazione dell’Ente e a destra Paolo Carrà presidente del Consiglio di amministrazione dell’Ente nazionale Risi.

ENR

Ti ricordi il primo maggio? chilometri a piedi, il primo accredito, la consegna delle divise, l’incontro con i nuovi colleghi, la lunghezza infinita del decumano e i grandi padiglioni: luoghi di cui avevi sentito solo parlare diventare realtà. Intanto attorno a noi si svolgeva la cerimonia di inaugurazione: capi di stato, giornalisti e fanfare. Le frecce tricolore rompevano un cielo da cui spuntava un timido sole… i primi spauriti visitatori, gli annunci… sei mesi fa cominciava la mia grande avventura lavorativa ad Expo Milano 2015.

Ho raccolto in questo breve ma incalzante video il ricordo di quei 184 giorni trascorsi nel sito espositivo. Sono stati sei mesi di lavoro intenso e appassionato. Ho incontrato persone da tutto il mondo, ho parlato con gruppi, famiglie, scolaresche, giornalisti e televisioni…  Per sei mesi ho raccontanto e difeso i temi della sostenibilità ambientale, del buon cibo e del diritto al piacere, del giusto prezzo e della difesa della biodiversità; nozioni che condividevo e che grazie al movimento Slow Food ho approfondito e trasmesso con passione, conservandole ancora come un grande insegnamento personale.

Sei mesi all’interno di un grande evento possono essere logoranti ma grazie ai miei colleghi e a tutti gli Expo workers, ai sorrisi e ai complimenti dei visitatori, e agli amici che non hanno mancato di passare a trovarmi, si è trasformato in un’esperienza unica ed indimenticabile.

184 giorni di Expo Milano 2015 from Davide Mantovani on Vimeo.

LiveRice, proud to be a part of it!

Da oggi comincia la mia collaborazione con il blog Liverice.com

Grazie al contributo di persone provenienti da tutto il mondo, questo portale si pone come punto di riferimento sul Riso a 360°. Riporto qui sotto la biografia che mi presenta che trovate nella sezione Who we are del sito:

Historian/ Contributor
Davide Mantovani was born in Isola della Scala, a small town near Verona, Italy. Curious and passionate of beauty and human productions, he obtained a master’s degree in Cultural Heritage Sciences and Arts.  He is actively involved in associations that promote and defend locals traditions. With experience in cultivation; he organizes tours, lessons, exhibitions and festivals to educate and share evaporating traditions in hopes of rejuvenating with upcoming generations.
Davide developed a passion for Rice through his family heritage. During his youth, he attended his uncle’s family-run rice farm where he gained insight and perspective about Rice. Representing the family farm would lead him to NYC transmit the atmosphere of his land in the first Italian Risotteria. In NYC he met EunYoung at Randall’s Island Urban Farm and one year later, made a partnership with the farm by growing the first Italian rice varieties in NYC and teaching about Italian risotto’s tradition.
In 2015, he worked as incoming manager for the Slow Food Movement’s pavilion in the World Exposition of Milan. For six months, he retained the role of spokesman to visitors and press about the safeguarding of biodiversity and a “local food’s communities.”

Liverice

Manifesto Bigio CentenarioCome primo articolo della nuova pagina Organizzazione Eventi di questo protfolio ho deciso di raccontare come nacque l’idea di organizzare e coordinare nel 2012 una mostra sul pittore isolano Luigi Verrini detto Bigio in occasione dei cent’anni dalla sua nascita. Fu l’occasione per conoscere meglio questa importante figura artistica del panorama isolano e  per mettermi in gioco per la prima volta nell’organizzazione  di un evento culturale di questo tipo.

Bigio 1912 – 2012

– BIGIO 1912-2012 – UNA MOSTRA ESPOSITIVA A CENT’ANNI DALLA NASCITA

Estate del 2012, in paese si è in fermento per l’imminente Fiera del Riso (e chi fa parte di una delle tante associazioni che si adoperano alla sua organizzazione sa di cosa sto parlando). Discuto d’arte con Maria Rosa Nicoletti (gallerista del paese) che mi ricorda che in quell’anno sarebbe ricorso l’anniversario della nascita di una storica figura della pittura isolana. Luigi Verrini, in arte Bigio.Manifesto Bigio Centenario Un peccato per il paese perdere questo momento per rendergli tributo con una mostra.

Medito sulla cosa, potrebbe essere troppo tardi per inserire l’evento nel contesto fieristico, eppure mi rendo conto che è doveroso da isolano ricordare in qualche modo una figura così conosciuta in paese ma forse troppo bistrattata per il suo carattere ironico e beffardo. Penso all’organizzazione, trovare i quadri, il prestito, l’assicurazione, la pubblicità, il luogo adatto, i supporti, l’apertura… Bastava individuare le forze e combinarle assieme nel minor tempo possibile.

Per ospitare questa retrospettiva, escludemmo a priori la sala civica e l’oratorio, troppo “lontani” dalla gente e della Fiera e individuammo il luogo adatto in un ambiente che il Bigio avrebbe sicuramente apprezzato: la Baita degli Alpini.  Un luogo senza tante pretese, vicino alle persone, spensierato, libero da falsi costumi, com’era lui. Mi adoperai come coordinatore dell’iniziativa e formai una piccola equipe: Maria Rosa si sarebbe occupata di trovare le opere contattando i proprietari dei quadri di cui ricordava l’esistenza; Devis Gobbi (poliedrico 😉 ) dell’impaginazione degli inviti e delle locandine, Nilo Bazzani (artista) della consulenza artistica e Claudio Mori (corniciaio) da “gancio” col gruppo alpini. Parallelamente, il comune con l’assessore alla cultura Stefano Canazza sostenne l’iniziativa col patrocinio e l’Ente Fiera finanziò e pubblicizzò tramite i suoi canali l’apertura della mostra.

 

Era fatta! Come organizzatori decidemmo di restare liberi da una designazione associativa,  la mostra doveva figurare come  un libero omaggio dei cittadini di Isola della Scala al pittore. Grazie al gruppo Alpini riuscimmo a tener aperto per tre settimane l’esposizione durante il periodo fieristico e ad assicurare la fruizione da parte del pubblico. L’evento venne pubblicizzato sul quotidiano veronese “L’Arena” ed uscì con uno speciale sull’emittente “Telearena”. Fu una grande soddisfazione per tutti noi rispolverare la memoria di questa figura, promuovere la curiosità e la riscoperta di un personaggio quasi leggendario, collaborare con i volenterosi Alpini, ricevere i ringraziamenti dell’amministrazione e soprattutto vedere una grande affluenza interessata e curiosa da parte della cittadinanza.

Allestimento Stand e Promozione – Natale tra gli Ulivi 2015

Allestimento di uno spazio per la promozione e vendita dei prodotti “Riso Melotti” all’interno del palatenda adibito a ristorante per l’evento “Natale tra gli ulivi” Garda (Vr) 11-13 dicembre 2015.

Lo spazio alla consegna:

Natale tra gli ulivi spazio

Lo spazio allestito per l’evento:

Natale tra gli ulivi stand allestito

 

Ho aggiornato il CV con l’esperienza maturata ad Expo 2015…

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Incontro con Paolo Galliani della rivista “DOVE”

Fagiolo Orto Slow FoodMi viene fissato un appuntamento con il giornalista Paolo Galliani della rivista DOVE; è un caldo pomeriggio di luglio, deve scrivere una recensione sul nostro padiglione in Expo. Più che una visita, l’incontro si traduce in una bella chiacchierata attorno ad un tavolo, gli parlo della nostra mission, del perchè nonostante tutto abbiamo deciso di esserci, di quale sia il messaggio che portiamo e di come abbiamo deciso di svilupparlo.. Dopo alcuni mesi leggo quell’articolo su internet senza conoscerne l’autore e il giornale da cui è tratto se non alla fine, in coda al testo. Penso al disegno tracciato da queste righe, alla riflessione che ne esce da chi le ha scritte, a mio avviso il più puntuale ed interessante articolo sul nostro padiglione che abbia letto. Mi piace pensare di essere riuscito a lasciargli tutto questo:

«Se in ogni romanzo arrivare all’ultima pagina è fondamentale, allora la porzione più remota del Decumano merita il riguardo dovuto. Anche se per la verità è sconcertante che uno spazio come quello di Slow Food si ritrovi sistemato in una porzione così defilata, da apparire anche punitiva. Fra tanti padiglioni in cinemascope, la dimensione low profile di questa costruzione firmata dallo Studio Herzog & De Meuron e ispirata alle cascine lombarde è una parabola laica sulla sobrietà, sull’agricoltura eroica, sull’importanza di non sprecare cibo perché produrlo costa fatica. Si accede a una costruzione piana e volutamente senza vanità che compone un triangolo di edifici modulari dominato al centro da un orto agro ecologico nel quale si materializzano un teatro, una mostra sulla biodiversità, uno spazio per degustazioni di qualità. Il percorso è sensoriale, ma anche didattico: il naso si avvicina a una fessura per riconoscere dall’odore il prodotto della terra, la mano finisce in un barattolo per dare un nome ai diversi cereali e gli spunti di riflessione sono in puro stile Slow Food, le scelte individuali si ripercuotono su tutto il mondo. L’obiettivo è esplicito: provocare riflessioni, mettere in discussione i comportamenti poco virtuosi, chiedere alla gente di non chiudere gli occhi, di avere una visione più consapevole. Il dubbio diventa un valore, l’anticamera del cambiamento. È forse la vera essenza del nostro viaggio a Expo. Vista da Slow Food la lunga e diritta trama del Decumano, che all’estremo opposto vira idealmente a sinistra per ricongiungersi al Padiglione Zero, sembra comporre un noto segno tipografico di punteggiatura. È la grande eredità dell’Esposizione Universale: un gigantesco e metaforico “punto di domanda”»
Paolo Galliani sulla rivista DOVE di Settembre

Vita al padiglione Slow Food..

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Il padiglione Slow Food è molto semplice: tre strutture in legno di larice progettate dallo studio di architettura Herzog de Meuorn  con uno spazio centrale in cui vi è ricavato un orto.Slow Food Herzog Padiglione

Il mio ruolo per il primo mese fu quello di “Steward” nella zona mostra, un’area del padiglione in cui vi è allestito un percorso sul tema della salvaguardia della biodiversità; tematica piuttosto cara alla filosofia Slow Food.  Altre figure sono quelle dei Sommelier, dei Cassieri e degli Addetti alla vendita e taglio dei formaggi con cui Slow Food vuole dare un assaggio di biodiversità.
Il mio/nostro compito, oltre quello di controllare e accogliere i visitatori è quello di essere una presenza tangibile dell’associazione, dunque anche spiegare, ascoltare, parlare con quanti hanno l’interesse di accostarsi al mondo Slow.. Col trascorrere dei giorni, iniziamo a diventare sempre più anche accompagnatori per gruppi di scuole, adulti e giornalisti: il visitatore che viene al padiglione è curioso, ha domande, vuole avere un quadro dell’esposizione (anche in modo rapido) e così iniziamo a creare dei veri e propri tour nell’area..

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Martedì 19 Maggio si inaugura ufficialmente il nostro padiglione, Carlo Petrini il fondatore del mondo Slow Food con l’architetto Herzog lanciano alcuni messaggi importanti sul proseguo dell’Esposizione Universale. Al termine della conferenza, mentre concludo una visita all’orto con una scolaresca arriva uno dei nostri responsabili.. mi chiama da parte e mi dice che sono stato scelto per accompagnare alla mostra Carlo Petrini; basito mi preparo, avevo accompagnato molte persone prima ma non mi sarei mai aspettato di poter parlare con colui che aveva gettato le basi di tutto ciò di cui parlavo! Diversamente da quanto avrei mai potuto pensare, fu una visita molto tranquilla e spontanea; Petrini è una di quelle persone che ti mettono subito a tuo agio e rotto il ghiaccio iniziale gli spiegai i significati dei vari simboli, contenuti ed immagini dello spazio espositivo. Era molto curioso di sapere come le persone nel padiglione rispondevano a queste tematiche e come si approcciavano ai vari simboli. (ndr prossimamente qualche foto)

Grazie a questa visita, ed alle sempre più frequenti spiegazioni a bambini e scolaresche (perlopiù nell’orto del padiglione dove è molto più facile muoversi, raccontare, giocare ed interagire con i ragazzi) sono diventato con il trascorrere dei giorni, la persona incaricata a seguire i gruppi e gli ospiti del padiglione.. Prima la delegazione Slow Food China, poi fu la volta di una troupe di Mtv (ecco il link all’intervista) poi Alice Tv per Expo è servito (anche qui prossimamente il video)  con cui arrivai al primo giugno, giorno di rinnovo del contratto dove con mia grande sorpresa, dopo un solo mese ho avuto la mia prima promozione da Steward (part time) a Responsabile all’accoglienza (full time)! La responsabile d’agenzia mi scrive nella mail: “Sono tutti veramente entusiasti del suo lavoro!!” per me questo è lo sprint maggiore per darmi la carica per i giorni a venire!

Qui sotto alcune foto scattate con Valeria Ciardello di Alice Tv.

Expo 2015, il primo giorno..

Primo Maggio, nel mio appartamento milanese fin che mi preparo per il mio primo turno di lavoro, seguo la cerimonia di inaugurazione, brividi, è l’Italia che sta per mettersi in gioco per ospitare qualcosa che va ben al di là di una fiera regionale, di un mondiale, di una olimpiade.. stiamo per inaugurare un’esposizione universale.

Il coro, modificando i versetti finali dell’inno nazionale canta: “Siam pronti alla vita, l’Italia chiamò!“, sfilano le frecce tricolori, spengo, è ora di andare.

Decumano, Expo 2015
Il decumano è enorme, le architetture fanno a gara per stupire chi vi passa davanti, i nostri responsabili che sono venuti a prenderci ai tornelli per consegnarci i pass, varcando il decumano ci guardano sorridendo, è lo stesso sorriso che ho anch’io quando oggi accompagno qualcuno per la prima volta nel viale maggiore del sito espositivo.. è il cercare nel volto di chi lo vede per la prima volta lo stupore del tuo primo giorno..

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